Sentenza

PARERE DELLA GIURIA POPOLARE

composta dai partecipanti all’evento

Addì 20 ottobre dell’Anno Domini 2020 (numero che pare porti gran fortuna…), si dà lettura del parere della Giuria che si è così espressa nei confronti dei modelli organizzativi imputati rappresentati in sede di giudizio da EcorNaturaSì, CREDEM e Barilla:

All’imputato modello organizzativo TEAL rappresentato da EcorNaturaSì

si riconosce e s’apprezza l’ancoraggio a una base valoriale forte e condivisa, che determina una globale coerenza dell’approccio testè proposto.

Centralità della Persona, Responsabilizzazione e Valorizzazione attraverso il coinvolgimento e il dialogo –  che trovano la propria applicazione negli espedienti dell’organigramma rovesciato e dei Comitati –  vengono riconosciute dalla Giuria come giuste cause per l’adozione del modello, in ragione della dinamicità e della capacità innovativa che determinano.

D’altra parte la Giuria addebita al modello tutte le colpe connesse alla lentezza decisionale derivante da un approccio basato su una “democrazia diffusa” e sul totale affidamento sull’impegno personale, che possono rivelarsi un vulnus non facilmente sanabile nella competizione sul mercato o in caso di mutamenti improvvisi di scenario, sino a determinare paralisi potenzialmente letali.

La giuria obietta, infine, sulla presunta circolarità dell’organizzazione, muovendo la legittima suspicione che tale circolarità sia fatto formale, più che sostanziale e che nel caso di specie possa risultare difficoltoso, quando non impossibile, determinare dei parametri per misurare l’efficienza o replicare il modello in contesti differenti.

Al modello organizzativo imputato rappresentato in questa sede da CREDEM

si riconosce di rappresentare un giusto compromesso tra funzionalità e necessità di delega. L’approccio basato su community, coinvolgimento, inclusività e autentico interesse è riconosciuto colpevole di generare passione e di liberare il potenziale delle persone, in maniera semplice e scalabile.

Di converso la Giuria si dichiara perplessa sulla reale possibilità di scardinare le dinamiche di potere – che notoriamente logora chi non ce l’ha – la cui diffusione attraverso la delega rappresenta, peraltro, un tema certamente non nuovo nel dibattito organizzativo.

Il modello proposto, da ultimo, viene altresì dichiarato correo al precedente nel rivelarsi difficile da misurare attraverso indicatori di successo obiettivamente misurabilità.

Al modello di open innovation rappresentato da Barilla

si riconosce la velocità di innovazione e il supporto da parte dell’azienda madre e la forte apertura verso l’esterno, con una sapiente conciliazione tra storia e innovazione, che dimostra apprezzabile visione sul futuro

La Giuria si interroga solamente sullo squilibrio di forza negoziale tra Barilla, per la quale Blu è un progetto significativo ma tra i tanti e le startup, per le quali la partecipazione a questo modello rappresenta un’occasione totalizzante.

Questo è il parere espresso dagli onorevoli membri della giuria in scienza e coscienza, che si rimette ora alla benevolenza della Corte per l’emissione del giudizio finale.